Il Venerdì del Libro #11 - La Città dei Lupi Blù

28.7.17 Neo Mamma Ob Board 2 Comments

La Città dei Lupi Blù
Scommetto che se vostro figlio/figlia ama i libri, per voi questo titolo non sarà certamente una novità. La Città dei Lupi Blù di Marco Viale è il libro con cui partecipo a Il Venerdì del Libro di Homemademamma.

Lo abbiamo "incontrato" per puro caso, la settimana scorsa, in biblioteca e Gabriele ha voluto che glielo leggessi. Me lo aspettavo diverso. Ho sempre creduto, leggendo qua e là, che si trattasse di una sorta di inno all'importanza delle piccole cose, ma la sensazione generale che ne ho tratto, leggendolo, è stata molto diversa (con mia grande sorpresa e felicità).


La Città dei Lupi Blù è la storia di una città popolata da lupi blu, talmente blu, da meritare persino l'accento sulla ù. I Lupi Blù sono tutti uguali ed ogni giorno eseguono sempre le stesse azioni, tutti nello stesso modo ed allo stesso tempo, finché un giorno arriva un Lupo RRosso, con la sua bicicletta RRossa e fischiettando porta musica e sconvolgimento nella città dei Lupi Blù. Quando il Lupo RRosso scompare dalla città, i Lupi Blù ritornano alla loro vita di sempre, ma fischiettando, come aveva insegnato loro a fare Lupo RRosso. La storia termina con un'incognita e con l'inaspettato arrivo in città di un Lupo veramente molto GGiallo.

La Città dei Lupi Blù

Non riesco a convincermi che la morale della storia possa essere semplicemente l'importanza di dedicare tempo alle piccole cose che ci rendono felici, come il fischiettare o il fare le capriole. Il godersi la vita. I bambini non hanno questo tipo di problematica, loro non devono certo imparare la gioia delle piccole cose! Mi sembra di averci visto molto di più. I Lupi Blù, nella loro vita Blù non hanno mai conosciuto qualcosa di diverso dal loro essere Blù, ma quando arriva Lupo RRosso fischiettando non lo respingono, non lo tiranneggiano, non lo esiliano, ma si fermano ad osservarlo ed apprendono con curiosità la gioia di qualcosa di diverso da loro. Imparano a fischiettare come Lupo RRosso. Allo stesso modo, quando compare Lupo GGiallo, tutti si fermano e rimangono ad osservarlo curiosi, in attesa.

Credo che il significato profondo che il libro vuole trasmettere sia proprio che la diversità arricchisce. 

Noi siamo cresciuti con storie, racconti e cartoni animati che cercavano di convincerci nell'uguaglianza tra le persone, tra gli esseri viventi. Pensate ai cartoni Disney con i quali siamo cresciuti: Pocahontas o Tarzan. Tutti questi ci insegnavano che al di là delle differenze etniche, fisiche o culturali ogni essere vivente è uguale e degno di rispetto.

I nostri figli crescono in un mondo in cui questo concetto viene approfondito e portato ad un livello superiore: a loro non viene semplicemente insegnato che siamo tutti uguali. A loro viene insegnato che siamo diversi, che ogni essere vivente è unico e che proprio le diversità che ci caratterizzano sono la chiave per arricchire noi stessi, per imparare. Così come i Lupi Blù hanno accolto Lupo RRosso senza giudicarlo o condannarlo ed hanno saputo apprendere da lui il meglio - a fischiettare -, così i nostri bambini imparano a riconoscere l'unicità e la bellezza della diversità e a viverla con curiosità, come un'opportunità e non come qualcosa di cui aver timore e da combattere.

Questa, per lo meno, è stata la mia chiave di lettura della storia. Così l'ho interpretata e così l'ho spiegata a Gabri, ma il bello delle storie per bambini è che danno sempre spazio all'immaginazione. E' a questo che servono, più di ogni altra cosa.
Ah, inutile dirvi che lo ho comprato!
LUISA ;-***

2 commenti:

  1. Lo abbiamo letto ed apprezzato molto anche noi! Ne avevo parlato anche sul blog.la tua chiave di lettura mi sembra interessante e corretta, anche se penso che ai nostri figli sia importante insegnare pure il senso critico. Perché va bene accogliere le diversità e apprendere da esse ma non bisogna dimenticare che c'è sempre chi approfitta della apertura altrui in malo modo. Comunque per capire questa triste realtà di tempo ce n'è e non è, ne' dovrebbe esserlo, quello dell'infanzia.

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