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Riutilizzare il Chiama Angeli dopo la nascita.

Il ciondolo "Chiama Angeli" o "Bola Messicana" è diventato di grande tendenza come regalo per la futura mamma.
riutilizzare il chiama angeli

Questi ciondoli sono solitamente di forma sferica, realizzati in argento e contengono una pallina che, rimbalzando al loro interno, crea un dolce scampanellìo, che può essere udito e riconosciuto dal feto, fin dal secondo trimestre di gravidanza.

Conosciuto anche con il nome di "Bola", questo ciondolo-campanellino, era tradizionalmente indossato in Messico e a Bali, dalle donne gravide, portato su una lunga collana, affinchè arrivasse all'altezza del pancione. La leggenda narra che il gioiello venisse regalato come augurio di buon auspicio per le future mamme e che fosse in grado di richiamare l’attenzione dell’angelo custode che accudirà mamma e bambino durante i nove mesi di gestazione.

Durante la gravidanza di Andrea, papà mi ha regalato un bellissimo ciondolo chiama angeli, a forma di cuore. E' stato amore a prima vista e portarlo è stato davvero dolcissimo, mi sembrava che potesse essere un modo per far sentire ad Andrea la presenza della mamma, ancora di più.
Una volta nato non lo ho indossato durante l'allattamento, perchè avevo la sensazione che Andrea si facesse già distrarre ben volentieri da decine di altre cose. Così lo ho tolto, ma il pensiero di relegarlo a qualche porta gioie mi metteva una grande tristezza.
riutilizzare il chiama angeli

Molto banalmente, ho pensato di utilizzarlo per qualcosa che continuasse a stare vicino ad Andrea. Inserirlo in un pupazzetto, da tenere nella culletta vicino a lui, mi era parsa la soluzione ideale. In questo modo avrebbe potuto continuare ad avere vicino il suo chiama angeli e giocandoci avrebbe potuto sentire quello stesso scampanellìo, che per mese aveva udito da dentro il pancione.

Il pupazzetto che vedete lo ho acquistato da Tiger Italia e mi piaceva un sacco per i colori vivaci. Ho semplicemente scucito le cuciture laterali, aggiustato il ciondolo del chiama angeli bene, in mezzo all'ovatta dell'imbottitura e ricucito. Niente di più facile!
Ed ecco che il nostro amico chiama angeli non ha mai smesso di farci compagnia; dal pancione di mamma alla culletta di Andrea. Ora che è più grande ci gioca spesso e si diverte a farlo suonare.
Chissà che non gli ricordi qualcosa!? 😄
Ricordi dei bei tempi nel pancione di mamma.

Cosa ve ne pare? E' un'idea carina?
Condividetela con le vostre amiche mamme in dolce attesa, così anche loro avranno un'idea di come riutilizzare il loro ciondolo, anche dopo il parto.
LUISA ;-**

Miscela Anti-Smagliature - FAI DA TE GRAVIDANZA

Potremo definirlo un post "parte 2" con alcune modifiche e - mi auguro - migliorie, apportate in seguito all'esperienza della prima gravidanza.
Miscela Anti-Smagliature - FAI DA TE GRAVIDANZA

Anni fa vi avevo accennato ai rimedi che adottati, nel tentativo di prevenire le smagliature sul pancione, durante i mesi di gravidanza ( Leggi Articolo -> Oddio/Addio Smagliature! ). Vi avevo descritto sinteticamente il problema, di che tipologia di inestetismo di parla e quale miscela di oli avevo preparato per prevenirle, in fasi gestazionali ancora piuttosto acerbe.

La verità è che la cosa di cui sono stata veramente carente è la COSTANZA; la costanza di applicare la miscela di oli che mi ero preparata e che forse mi avrebbe aiutato, negli ultimi mesi, ad evitare la formazione delle smagliature sul pancione.
Fino all'ottavo mese non ne ho avute, ma con Gabriele podalico traverso, durante le ultime settimane prima del parto mi si sono formate delle cicatrici piuttosto spesse ed evidenti sopra l'ombelico e nel punto in cui lui spingeva con i piedini.

La costanza, ahimè, rimane una cosa che non posso assumere per os, a mò di compressa - cosa che nella vita, in generale, mi sarebbe alquanto utile - ma questa volta ho deciso di adottare una formulazione diversa per il mio pancione. Non che la precedente non andasse bene, ma ho trovato che l'olio di Calendula irrancidisse con eccessiva rapidità ed ho anche preferito eliminare del tutto la profumazione, derivata dall'O.E. di Finocchio.

miscela

* Olio di Mandorla BIO. Ottenuto per spremitura a freddo è il più classico e comune degli oli vettori, utilizzati nelle miscele. Spesso sottovalutato è ottimo da utilizzare sul pancione per le sue innate proprietà emollienti e lenitive;
*Olio di Rosa Mosqueta BIO. Ottenuto per spremitura a freddo dei semi di Rosa Affinis Rubiginosa o Rosa Moschata è un concentrato naturale di acidi grassi poliinsaturi ed acido trans-retinoico. Uno degli oli vegetali con la maggior azione rigenerante e cicatrizzante dei tessuti, perfetto per la gravidanza e per la prevenzione dalle smagliature del pancione. Ha un solo difetto, secondo me: l'odore. Ha un odore sempre molto forte, che personalmente non amo molto;
*Vitamia E Acetato o Tocopheryl Acetato. Un olio denso, trasparente e inodore. Si tratta di un estere della vitamina E, in grado di trasformarsi in vitamina E a contato con la pelle. Non ha lo stesso potere antiossidante del tocoferolo puro, ma a me interessa essenzialmente per le sue proprietà emollienti e cicatrizzanti.

Potete realizzare questa miscela in percentuali variabili, io ho fatto: 60% Olio di Mandorle / 30% Olio di Rosa Mosqueta / 10% Vitamina E Acetato.
Trovate tutti i componenti per questa miscela in vendita con estrema facilità, ma ricordate di utilizzarla il più rapidamente possibile e di tenerla lontana da fonti di luce e calore.


Per massimizzarne l'effetto, cerco di applicare quest'olio subito dopo aver fatto la doccia e massaggiato la pelle del pancione con uno scrub delicato, che ho realizzato con della mandorla micronizzata (se non avete altro, potete utilizzare una manciata di zucchero di canna e sfregarlo delicatamente sulla pelle umida, per poi risciacquare).

Voi come siete messe a smagliature? Avete adottato qualche rimedio particolare?
Luisa ;-**

Un pancione da vestire

Man mano che baby pancione si evolve - eccome se si evolve! - inizio a sentire seriamente la necessità di abiti adatti a tenerlo al calduccio, senza stringere o dare fastidio.

pancione

In questi ultimi mesi ho continuato ad indossare gli abiti di sempre, magari allargando la chiusura dei pantaloni con delle apposite fasce per il girovita, ma negli ultimi giorni ho quella che verrebbe definita davvero una pancia molto bassa e avere un esubero di stoffa proprio sotto la pancia è diventato veramente fastidioso.

Da un lato, il fatto che sia così bassa, mi risparmia un sacco di fastidi legati alla digestione, ma dall'altro posso confermare che qualsiasi cosa sia un minimo più stretta del dovuto è causa di notevole disagio.

Durante la mia prima gravidanza, riuscire a trovare dei bei abiti premaman è stato abbastanza difficile. Parlando anche con le amiche, nella maggior parte dei casi, si era obbligate a vestire con gli abiti del marito/papà/compagno oppure a dover fare acquisti appositi per la gravidanza, con abiti premaman decisamente costosi. L'unica alternativa possibile era riadattare ed acquistare capi normali, di venti taglie superiori. Risultato? Maglioni immensi e cappotti da sembrar megattere spiaggiate.
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Per mia/nostra/vostra fortuna molte cose da allora sono cambiate. Oggi e sono numerosi i brand che realizzano capi d'abbigliamento adatti al pancione, che siano davvero belli e a prezzi accettabili. 

Guardate le proposte che ho trovato da Esprit, non sono davvero deliziose?
Così anziché dover acquistare un cappotto di tre taglie più grande, per incastrarci dentro baby cavolino, oggi è possibile acquistare un bel cappotto con il suo inserto apposito, da utilizzare per allargare giusto dove serve e magari da utilizzare anche a gravidanza terminata. Il perfetto connubio tra stile, comodità e versatilità d'uso.

Anche abiti e maglie si sono fatti finalmente più carini e femminili, permettendo ci di uscire di casa in una mise che non sia necessariamente la tuta.

Quasi tutti i modelli di maglia o abito, hanno delle bellissime linee strette in vita, per mettere in risalto la forma del pancione, senza fasciare o segnare in modo eccessivo, con la praticità di poter essere utilizzati anche dopo la nascita del bebè, per poter allattare senza doversi svestire completamente.
collage 2
Pantaloni e leggins premaman si trovano finalmente con una certa facilità, in un infinita quantità di colori e modelli, per eliminare completamente la sciattaggine e il monocromo dagli ultimi mesi di dolce attesa. 

Anche uscire di casa per andare ad un evento, ad una cena o ad una festa, anche col pancione, non sono più un problema, perchè è davvero possibile piacersi ed essere perfetta per ogni occasione, senza spendere un patrimonio.

Acquistare è sempre più facile, con tutti gli e-shop online di abbigliamento che si trovano e anche se siete nel dubbio sulla taglia è sempre possibile rendere la merce e chiedere il rimborso o la sostituzione con una taglia diversa; perciò se anche non avete un negozio Esprit in città, potete sempre acquistare i vostri abiti premaman preferiti dal loro ecommerce  e ricevere tutto comodamente a casa, in pochissimi giorni. Giusto in tempo per mettere al caldo i pancioni!!

Personalmente ho sempre avuto un pessimo rapporto con il mio fisico e una quasi inesistente consapevolezza di quali abiti, colori e forme mi stiano meglio e mi donino di più. Perciò sono felice di avere una più ampia gamma di abiti da poter provare, per sentirmi di più a mio agio, anche in questi mesi.

Voi come avete superato – o state superando – i mesi di pancione enorme e come vivete la moda in questo particolare momento? Vi sentite costrette in abiti che non vi rispecchiano e che non vi fanno sentire a vostro agio, oppure la cosa non vi tange?
Luisa ,-**



[post realizzato in collaborazione con ESPRIT]

Maschetto o Femminuccia? Tanti modi per fare una sorpresa ad amici e parenti.

Ce l'abbiamo fatta, eh! Finalmente abbiamo scoperto se nel pancione si nasconde una sorellina oppure un robot (queste erano le preferenze di Gabri..)!!

Maschetto o Femminuccia? Tanti modi per fare una sorpresa ad amici e parenti.

Esattamente come quando ero in attesa di Gabriele, anche questa volta lo abbiamo scoperto tardissimo, perchè Baby Cavolino ha sempre preferito posizioni poco convenzionali e pudiche, per mostrarsi alle ecografie.

Così ora lo sapete anche voi, che nel pancione non sta crescendo né una sorellina, né un robot. Gabriele è molto arrabbiato, ma ci ho provato, lo giuro, a spiegargli che per quanto potessi impegnarmi, non ero certa di riuscire a concepire un robot. 😋

Come avete raccontato ad amici e parenti di essere in attesa di un maschietto, oppure di una femminuccia? Glielo avete detto semplicemente o avete preferito aspettare e fargli una sorpresa?

Le baby gender reveal ideas spopolano sul web e trovo che siano davvero spunti carinissimi per rivelare alle persone più care se il pupo in arrivo sarà un lui o una lei. Dalle tortine con ripieno colorato, ai pacchetti di palloncini colorati, alle idee più bizzarre e originali. Si trovano spunti davvero deliziosi, non trovate?

Personalmente mi sarebbe piaciuto riuscire a  realizzarne qualcuna di più originale, ma per questioni di tempo e praticità ci siamo orientati alla torta con interno colorato e ai bellissimi cupcake che vedete nell'immagine titolo, realizzati da Mug Bakery Trieste (andate a vedere le loro creazioni, sono spettacolari!!) con tanto di pirottino azzurrino, da aprire come dessert all'ultimo minuto per far felici i nonni.

L'idea della torta, oltre ad aver allietato i palati dei più (era una robba buonerrima) è piaciuta tantissimo. Se avete in mente una cosa simile, vi darò un consiglio spassionato, per esperienza: se desiderate mantenere il segreto fino al taglio completo della prima fetta di torta, optate per un coltello con lama in acciaio e non bianco in ceramica e fate attenzione che il ripieno colorato non vi rimanga attaccato, svelando in anteprima il colore della torta. Spassionatissimo. 😕

E così ora non ci rimane che la lotteria nazionale per la decisione del nome. Perchè la prima domanda, subito dopo a "Sapete già se è maschio o femmina?" è sempre: "Avete già deciso come chiamarlo?". Io e papà no, non abbiamo ancora deciso, ma Gabriele ha decretato che per questo fratellino, che non desidera poi tanto, il nome più appropriato sarà sicuramente "GerryScotti". GerryScotti tutto attaccato. Bene, ma non benissimo.

Vabbè. Per ora continueremo a chiamarlo Baby Cavolino. Che tanto Cavolino ci sta pure ora che lo abbiamo scoperto essere un maschio, dopo aver ripetutamente ed insistentemente invaso la sua privacy, smaniosi di sapere. Ora sappiamo e quindi..... VIA CON LO SHOPPINGGGGGGGGGG!!!

Luisa ;-***
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Fall in Love

È tantissimo tempo che non pubblico qualcosa!! Per la prima volta posso affermare che il mio silenzio non è dovuto ad una mancanza di ispirazione, ma ad una reale mancanza di tempo da dedicare a questo Blog.
fall in love

Pur avendo voglia di scrivere e di raccontarmi ho preferito concentrarmi sulle cose più importanti, dando la precedenza agli impegni e alle scadenze lavorative. Aggiungeteci pure una certa dose di paura e scaramanzia, nel non voler raccontare immediatamente quello che stava succedendo e il mio tentativo di vivere ogni attimo nel modo più sereno possibile.. ed ecco spiegato il mio lungo silenzio.

Abbiamo scoperto la novità a fine Luglio, con un certo (tipico) ritardo . Da subito si sono presentati diversi problemi, tra cui due distacchi piuttosto grandi che mi hanno costretta al riposo forzato, poi un'infezione ed altre piccole magagne che, tutte insieme, non mi hanno permesso di condividere da subito la mia condizione con serenità.

Al momento sono alla fine del quinto mese di gravidanza e anche se qualcosa dentro di me non mi permette ancora di sentirmi al 100% tranquilla e felice, sento di avere finalmente voglia di parlarne.

Questa gravidanza mi è sembrata immediatamente molto diversa dalla prima. Oltre al riposo forzato e alle nausee mattutine (che con Gabriele non sapevo nemmeno cosa fossero) ho una panciona enorme! Un'enorme e - brutto da dire - pelosissima panciona! Proprio bruttina da vedere, se devo essere sincera, ma che sto già imparando ad amare molto.
Con Gabriele, fino al quinto/sesto mese, quasi non si capiva che fossi incinta. Ora sono solo al quinto mese, ma a guardarmi sembra che io debba partorire da un momento all'altro!!
Ho iniziato a percepire i suoi movimenti molto prima, questa volta, intorno alla 15° settimana, senza il timore di poterli confondere con qualcosa d'altro.
pancia

In compenso, se c'è una cosa che *Baby Cavolino* e il suo fratello maggiore hanno sicuramente già in comune è una franca riservatezza nel voler rivelare la loro identità sessuale. Ho aspettato ben oltre la morfologica, con Gabriele, per sapere che era un maschio. Ebbene, sembra proprio che Cavolino, nel pieno rispetto delle tradizioni di famiglia, non abbia ancora alcuna intenzione di farci sapere se è maschio o femmina. Gabri, dal canto suo, ha già ben che deciso: lui vuole una sorellina... oppure un robot! 😕
baby cavolino

Ricorderò sempre la nostra prima ecografia, tutti insieme. Abbiamo portato Gabri con noi, dopo avergli finalmente raccontato che nella pancia della mamma poteva esserci il suo fratellino/sorellina. Il ginecologo gli indicava il piccolo nuotatore nella mia pancia, sullo schermo dell'ecografo, dicendo: "Gabriele, facciamo un gioco: che cos'è questo secondo te?"Al chè lui gli rispinde, vagamente seccato: "Quello è il monitor del PC!".
Ovvio, no?! Piccoli programmatori crescono! 😅😅
 LUISA ;-***

E il secondo? Quando lo fate?

Come ogni anno, arriva la primavera. Dai cappotti stretti e dai maglioni infeltriti si scoprono finalmente i pancioni, stretti nelle t-shirt delle loro mamme, belli rotondi e sorridenti.
E il secondo? Quando lo fate?

Primavera per me significa essenzialmente due cose: allergia fotonica e gente che ritorna all'assalto con la fatidica domanda "E il secondo? Quando lo fate?".
Parenti e amici, cioè le persone che più sarebbero autorizzate a porla, la fatidica domanda, non chiedono più da anni. Ma il cinguettio dei pettirossi è come il richiamo delle sirene e ricorda alle persone che è tempo di procreare, che è tempo di covare le uova e rifare le tende al nido e - spostano lo sguardo su di te - e tu stoni! Ne hai già uno grandicello, in fondo, dov'è il tuo pancione rotondo? Dove sono le tue tende nuove e il tuo nido accogliente?

Niente nido, niente tende, niente ammiccamenti e le rotondità che fanno capolino dalla mia t-shirt nascondono solo i residui del panettone di Natale. Dei panettoni degli scorsi due o tre Natali, nel mio caso.
Ma grazie lo stesso, gentile sconosciuta incontrata al parco, per avermi fatto tornare in mente che:
1 - Anche quest'anno sarò bocciata con disonore alla prova costume;
2 - Non ho nemmeno una giustificazione plausibile alla bocciatura.
Perché se sei incinta è normale che tu sia tonda e che non abbia una particolare voglia di mostrarti in costume. Grazie di cuore, per non aver colto l'occasione di farti un bel mazzo di cazzi tuoi!

Ma si, dico io, facciamo pure conversazione sul mio utero e sul suo stato di salute. Parlare di procreazione e delle rispettive capacità riproduttive è diventato uso comune, anche tra estranei, non è qualcosa di privato e personale, ma altri argomenti ad essa connessi - strettamente connessi - rimangono un tabù insormontabile. Detta in parole povere: del mio utero, al parco, con una sconosciuta, posso tranquillamente parlare, ma accennare al sesso no, non è assolutamente contemplato. Se parli pubblicamente di sesso sei una scostumata, persino un po' volgare. La procreazione è una cosa pulita, atto fondamentale per la sopravvivenza dell'umanità, ma come ci si arrivi è un segreto, di cui non bisogna parlare mai!

E il sesso è solo uno dei tanti argomenti del quale non è bene parlare, quando si fa una conversazione leggera con una persona appena conosciuta. 

Io lo dico sempre, sono stata fortunatissima ad essere rimasta incinta di Gabriele subito, senza grossi problemi o particolari complicazioni. Ricordo una scena, piuttosto imbarazzante, di quando stavo aspettando Gabri: eravamo nella sala d'attesa della mia ginecologa, Stefano ed io, e conosciamo una donna, anche lei alla ricerca della gravidanza. Una signora esuberante, un po' in là con gli anni, che dopo aver preso un po' di confidenza ci guarda e, indicando il mio pancione, domanda: " Ma voi, come avete fatto?". Io, che allora avevo 25 anni e ancora poca dimestichezza con l'argomento, sono diventata paonazza.. perché non capivo cosa volesse sapere, di preciso.. Era abbastanza ovvio che alla base della sua domanda, ci fosse un mondo di problematiche relative al concepimento che solo ora posso comprendere realmente. Lì per lì, lo confesso, non lo capii proprio.

Quel particolare episodio, aggiunto alle decine di diverse motivazioni che mi sono sentita di dover dare in questi ultimi anni, al fatto di non aver ancora messo in cantiere un secondo figlio, mi fanno sempre più pensare che, comunque sia, problemi o non problemi, difficoltà o non difficoltà.. faremmo tutti bene a farci i cazzi nostri un po' di più!
Decidere se e come e quando e perché avere un figlio, se farne uno, due, tre o sette o anche nessuno.. sono decisioni più intime, personali e sofferte della maggior parte delle decisioni che dobbiamo prendere nelle nostre vite. Decidere di avere un figlio, concepirlo, farlo nascere, crescerlo ed educarlo non è come comprare un'auto nuova!

Se proprio non sapete che altro domandare, allora parlate del tempo, come fanno più giustamente i nostri amici inglesi e se vorrò raccontarvi di quello che accade al mio utero, sarò io volentieri a farlo, di mia spontanea volontà. Non impicciatevi e non fate stupidamente domande che potrebbero ferire le persone, solo perché è primavera e la prassi prevede che io, a questo punto, debba avere il pancione. La mia è solo panza! E se proprio siete così coraggiosi e volete azzardare a fare domande intime, fate pure, io di sesso parlo senza grosse difficoltà.

LUISA ;-****

Bacarozzi da gravidanza - prima parte - Citomegalovirus, Toxoplasma


"Bacarozzi" era il nomignolo più comunemente utilizzato in università dal docente di Chimica Farmaceutica nel riferirsi a batteri e virus di vario genere, mentre ci spiegava il meccanismo d'azione di antibiotici e antivirali. Mi è rimasto in mente perché allora suscitava una certa simpatia, così lo ho riutilizzato in questo contesto, senza voler per questo minimizzare sui rischi delle malattie infettive durante la gravidanza.

Il Merck specifica che "le malattie infettive, che non siano infezioni delle vie urinarie o di origine virale, costituiscono una rara complicanza della gravidanza e, generalmente, non comportano problemi". 
Questo nel caso in cui non si tratti di quelle specifiche infezioni per le quali ogni donna viene sottoposta a controlli medici e analisi del sangue costanti durante i nove mesi di gestazione. Malattie come la Rosolia, l'Epatite Infettiva oppure infezioni da Citomegalovirus o Toxoplasma possono, infatti, avere degli effetti ben precisi sul feto, anche piuttosto gravi.
Anche su questo argomento si trovano informazioni di ogni genere. Vi farò dei piccoli riassunti che aiutino a trovare un po' di chiarezza.

Citomegalovirus (CMV):
Di cosa si tratta? 
Appartiene alla famiglia degli herpes-virus, la cui infezione è piuttosto comune e avviene attraverso le secrezioni ed i fluidi dell'organismo: saliva, sangue, urine, lacrime ecc. E' possibile reinfettarsi anche dopo aver già contratto l'infezione una prima volta, ma nella maggior parte dei casi la malattia è asintomatica oppure si manifesta come una semplice sindrome influenzale. Può tuttavia essere pericolosa durante la gravidanza poiché questo virus è in grado di attraversare la barriera placentare e contagiare il feto. Tale rischio varia a seconda che si tratti di un'infezione primaria o secondaria: nel primo caso il rischio di trasmissione si aggira attorno al 40% mentre nel secondo le probabilità sono quasi del tutto nulle. Inoltre se l'infezione viene contratta dopo il quinto mese di gestazione i rischi per il piccolo sono notevolmente inferiori.
Cosa provoca? 
L'infezione da Citomegalovirus è la prima causa al mondo di sordità congenita e ritardo mentale nei neonati. 
Come si controlla? 
Il test di verifica dell'avvenuta infezione da Citomegalovirus si esegue attraverso un semplice prelievo del sangue (questo test non necessita che voi stiate a digiuno prima di eseguirlo), ma non è previsto tra quelli convenzionati con il SSN, perciò è a pagamento, sia prima che durante tutta la gravidanza. Questo test ricerca le IgG (anticorpi-memoria) per il virus che, qualora dovessero risultare presenti (risultato positivo alle IgG), sono indice del fatto che l'infezione è già stata contratta dalla donna in passato, mentre la contemporanea assenza di IgM (anticorpi presenti nella fase acuta della malattia) indica che non è in corso una eventuale reinfezione. Se entrambe IgG ed IgM risultassero negative significa che la donna è potenzialmente a rischio di contagio e che dovrà ripetere il test più frequentemente durante la gravidanza.
Precauzioni: 
Non esistono attualmente vaccini. L'infezione da Citomegalovirus perdura generalmente nei bambini molto più a lungo che negli adulti perciò ne sono più facilmente contagiate (e dovrebbero quindi prestare maggior attenzione) le donne che passano gran parte della giornata con essi nelle scuole oppure quelle che hanno già un figlio o più in età scolastica (anche se è altrettanto più probabile che queste stesse donne ne siano già state infettate una prima volta). 

Toxoplasmosi:
Di cosa si tratta?
Il Toxoplasma Gondii è un protozoo di natura ubiquitaria. 
Come si contrae l'infezione e cosa provoca?
L'infezione da Toxoplasma può essere congenita, trasmessa per via placentare al feto dalla madre infetta durante la gravidanza oppure acquisita sopratutto ingerendo carni crude o poco cotte, generalmente di agnello, maiale o manzo oppure mangiando vegetali crudi, non accuratamente lavati. L'infezione acquisita, in condizioni normali, passa generalmente inosservata, mentre in altri casi può provocare un ingrossamento dei linfonodi e febbre. 
La probabilità di trasmissione del parassita al feto durante la gravidanza aumenta man mano che ci si avvicina al termine (è di circa l'80% verso la 36° settimana di gestazione), ma i danni che può causare al piccolo sono minori quanto più il contagio avviene in epoca avanzata. Ne consegue che il periodo peggiore per il contagio è verso la 20°/24° settimana dove le probabilità di trasmissione sono abbastanza elevate e le conseguenze per il bambino potrebbero essere ancora piuttosto serie.
Come si controlla?
Il Toxotest viene effettuato attraverso un semplice prelievo di sangue (anche questo non necessita che voi stiate a digiuno prima di eseguirlo) e permette di verificare la presenza o meno di anticorpi che ne stabiliscono un'eventuale precedente infezione. Qualora il risultato del test eseguito nei primi mesi di gestazione indicasse che la donna è a rischio di infezione (ovvero se risultasse negativo) i successivi controlli fanno parte di quelle prestazioni gratuite previste dal SSN, per tutti i mesi successivi, fino al concepimento. Per verificare l'avvenuta trasmissione del parassita al feto è possibile eseguire un test che esamina il liquido amniotico e ne controlla l'eventuale presenza.
Cosa provoca?
Con le dovute cure il 90% dei bambini contagiati in gravidanza non manifesta sintomi evidenti al momento della nascita. Tuttavia in alcuni rari casi i bambini, non curati tempestivamente, hanno manifestato ridotte capacità visive, epilessia e forme diverse di ritardo mentale.
Precauzioni:
Consumare solamente carni ben cotte evitando gli insaccati, le uova crude e le salse che le contengono (maionese fatta in casa, tiramisù ed altri dolci al cucchiaio che prevedano creme con uova crude ecc.) ed i formaggi non pastorizzati. Lavare sempre accuratamente con acqua corrente frutta e verdura prima di mangiarla, specialmente cruda. Indossare guanti protettivi quando si fa giardinaggio per evitare l'eventuale contatto con le feci di animali infetti. Evitare di pulire o venire in contatto con le feci degli animali domestici, anche se questi non escono di casa e vengono alimentati con prodotti in scatola sottoposti a controlli di qualità. Più in generale, lavare sempre accuratamente le mani prima di manipolare il cibo.



Ho iniziato con questi due perché sono quelli che mi hanno riguardata più da vicino finora, ma prossimamente parlerò anche degli altri casi.
Vi lascio anche un articolo di giornale che ho trovato tempo fa sul problema della Salmonella, potrebbe essere interessante.



Corso pre-parto: sesto incontro - seconda giornata con i papà - subito dopo il parto, il parto cesareo, il bonding, la donazione cordonale,


Eccoci di nuovo qui. Al secondo ed ultimo incontro dedicato ai papà.
Abbiamo inizialmente ripreso con il discorso dei massaggi durante il travaglio, dando uno sguardo ad un'altra scheda sul tema -> Vedi scheda 1 aprendo il "Continua a leggere" a fine post

Abbiamo poi visto un filmato che raccontava, a grandi linee, quello che accade all'interno della sala parto nel momento immediatamente successivo all'espulsione del bambino: anzitutto si attende che venga espulsa anche la placenta, che viene immediatamente controllata dall'ostetrica. Ad un certo punto il cordone ombelicale dovrebbe smettere di pulsare, indicando che è giunto il momento in cui può essere tagliato. Per la donazione del sangue cordonale, invece, l'ostetrica ci ha spiegato che si ha la necessità di tagliare il cordone quando questo è ancora pulsante, pratica che, a sua detta, non comporta una reale sofferenza o pericolo per il piccolo. Ammetto la mia più totale e completa disinformazione in merito. Non ho ancora partecipato all'incontro dedicato alla questione perciò non ho abbastanza informazioni da fornirvi. Vi lascio scritto quello che c'è stampato sulla brochure che mi hanno lasciato all'ospedale ed alcuni link che forse potrebbero rivelarsi utili:

Chi può donare?:
La donazione del sangue del cordone ombelicale può essere effettuata da partorienti in buone condizioni di salute. La donazione è libera e anonima.
Il sangue placentare può trasmettere malattie virali e/o genetiche ai riceventi.
Non possono quindi essere accettate come donatrici le persone affette da tali patologie.

Come avviene il prelievo?:
In tutta sicurezza. Il prelievo avviene subito dopo il parto, sia naturale che cesareo, quando il neonato è già stato affidato alle cure dell'ostetrica o del pediatra. Mentre la placenta è ancora in sede, si collega sterilmente il cordone con una speciale sacca dove viene raccolto il sangue senza che il procedimento comporti alcun fastidio per la mamma. La sacca viene poi inviata entro 48 ore alla Banca del Sangue Cordonale dove verrà congelata, custodita e resa disponibile in caso di necessità.

Come si diventa donatrici?:
Prima del parto: in seguito ad un colloquio con il personale sanitario del Punto Nascita che informa sulla procedura e raccoglie l'anamnesi familiare e personale per rilasciare l'idoneità a donare.
Durante il parto: mediante prelievo del sangue effettuato per legge al momento del parto.
Dopo il parto: viene effettuato un controllo, a distanza di 6 mesi dal parto, dello stato di salute della madre e del piccolo, con ripetizione degli esami obbligatori per validare definitivamente il campione prelevato. Rilascio di dichiarazione di rinuncia ad ogni diritto sul sangue placentare donato.

Ministero della salute - La donazione a fini solidaristici
ADoCEs - Donazione del sangue cordonale
ADoCEs - Pagina Facebook
SaperiDoc - Perchè donare il sangue del cordone ombelicale?
SaperiDoc - Pieghevoli e materiale informativo online

Le vostre informazioni/opinioni/impressioni/esperienze sulla questione sono sempre le benvenute!

Il filmato ha proseguito mostrandoci tutta una serie di piccoli ranocchietti, rossicci o bluastri, che venivano gentilmente adagiati tra le braccia di mamme sfinite e papà moribondi. Ma felici.
Ok, dovremo accontentarci del sorriso stampato su quei volti per rassicurarci riguardo ciò a cui stiamo andando incontro! Così sia! ;-)

In genere, subito dopo la nascita, la neo mamma viene lasciata per un paio d'ore nella sala parto assieme al papà ed al frugolotto (almeno questo è quello che ci è stato detto accada in questo specifico ospedale, in base sopratutto alla disponibilità delle sale parto in quel dato momento). Questo permette ai genitori stravolti di avere un po' di tempo per riprendersi ed ammirare in tutta tranquillità la minuscola meraviglia che per così tanti mesi hanno potuto solamente immaginare e di creare immediatamente un legame col nuovo arrivato. Il neonato, infatti, già dopo tre ore dalla nascita è perfettamente in grado di riconoscere i tratti del volto della madre associandoli alla di lei voce ed al suo particolare odore.

Secondo gli specialisti intervistati nel filmato queste ore dovrebbero essere utilizzate dalla madre anche per cercare di attaccare il neonato al seno per la prima volta. Il piccolo, se appoggiato sulla pancia della mamma, cercherà d'istinto di raggiungere il capezzolo, di cui è già in grado di riconoscere l'odore. E' probabile che questo primo tentativo, così precoce, non sia sufficiente ad avviare immediatamente il neonato in modo corretto all'allattamento al seno; forse necessiterà di ulteriori tentativi e prove nelle ore successive, una volta raggiunta la stanza assegnata alla madre in reparto. Cercare di allattare il piccolo sin dalle prime ore di vita contribuisce tuttavia ad imprimere nella sua memoria l'esperienza dell'allattamento.

Bonding -> il legame speciale che si crea tra il neonato ed i suoi genitori fin dai primi giorni di vita, attraverso lo sguardo e lo stare assieme. Tale pratica permette un miglior inizio di allattamento al seno e riduce il rischio di depressione materna post parto. 

Una volta terminato il filmato, è stato chiesto all'ostetrica di spiegare brevemente cosa accade nel caso in cui si debba affrontare un parto cesareo.
Lei ci ha raccontato che il parto cesareo viene solitamente programmato in anticipo per quelle donne che hanno specifici problemi di natura fisica nell'affrontare il parto naturale oppure nel caso in cui il bambino si presenti in posizioni podaliche più o meno incomplete (posizione obliqua o di traverso), quando mancano pochi giorni alla scadenza. In questo secondo caso, prima di affrontare il cesareo, alcuni ginecologi consigliano di tentare di rigirare il bambino mediante manovre esterne o con la moxibustione. Scelta questa che dipende interamente dalle intenzioni della paziente e dal medico specialista che la segue. In altri casi, ancora, può rendersi necessario ricorrere al cesareo mentre la donna si trova già in sala parto, durante il travaglio. A questo punto si trasferisce la futura mamma in sala operatoria (dove il papà ovviamente non può seguirla), le viene applicato un catetere ed effettuata un'anestesia spinale che desensibilizza la parte inferiore del corpo. Viene fatta un'incisione della cute a livello del basso ventre (all'altezza dell'elastico delle mutande, per intenderci) e vengono spostati i muscoli sottostanti per permettere l'estrazione del bambino dal ventre materno il quale, dopo i controlli di routine, viene portato all'Isola Neonatale dal papà, in attesa che alla mamma vengano messi i punti. Questo perché, ovviamente, all'interno della sala operatoria la temperatura viene mantenuta piuttosto bassa e il piccolo appena nato ha bisogno di un ambiente caldo e confortevole ad accoglierlo. Dopo l'applicazione dei punti di sutura e i dovuti controlli del caso (procedimento che richiede mediamente 15/20 minuti) anche la mamma viene portata all'Isola Neonatale, dove potrà godersi il suo capolavoro assieme al papà, prima di essere spostata in reparto. Questo in linea di massima, senza entrare nel merito di casi particolari che necessitano di procedure e tempistiche differenti.

Per concludere la mattinata abbiamo fatto un ultimo "gioco" a coppie. Se volete provare anche voi vi posto lo schema qui  -> Vedi scheda 2 aprendo il "Continua a leggere" a fine post
Ci è stato chiesto di ipotizzare ed inserire nello schema gli orari giornalieri del nostro piccolo una volta che lo avremo portato a casa dall'ospedale e, di conseguenza, immaginare come si modificheranno i nostri personali orari nell'arco della giornata. E' stato carino (e insieme inquietante) notare come le coppie alla prima esperienza (inclusi Littel e me) non abbiano la minima idea di quante volte al giorno dovrebbe mangiare un neonato. Chiaramente ogni bambino è diverso dall'altro ed avrà le proprie personali esigenze e tempistiche, che noi neo genitori dovremo imparare in fretta a comprendere, ma in generale si può dire che nelle prime settimane di vita il neonato vive un ciclo continuo di fasi che si alternano tra il sonno, la veglia e il momento della pappa. A seconda del carattere del bambino e delle condizioni che lo circondano (comportamento genitoriale e ambiente in cui vive) queste fasi saranno più o meno lunghe e varie: dormirà dalle 2 alle 5 ore, farà poppate di 20-40 minuti ogni 2-3 ore (perciò mangerà complessivamente circa 8 volte al giorno) ed avrà fasi di veglia più o meno agitata e vispa. Durante le fasi di veglia alternerà momenti in cui svilupperà la propria memoria, concentrandosi nell'osservazione dei volti famigliari e momenti in cui vorrà esplorare con lo sguardo il mondo circostante. Nelle prime settimane di vita il neonato ascolta e osserva ciò che lo circonda, ma è bene ricordarsi che ha un campo visivo limitato a 20-30 cm di distanza.

Anche il momento del bagnetto può essere un momento di esperienza positivo per il neonato che si ritrova, per qualche minuto, a muoversi nel liquido come era abituato a fare nel ventre materno. A sentire l'ostetrica esistono diverse scuole di pensiero su quando sia più opportuno iniziare a fare il bagnetto ad un neonato: alcuni dicono sia meglio aspettare la caduta del moncone, che rimanendo umido si infetta facilmente, altri credono sia un bene fare il bagnetto al neonato una volta al giorno, fin dai primi giorni, a patto che si provveda a sciacquare ed asciugare molto bene il cordone sostituendo la garza che lo ricopre.

Vi lascio anche il link ad un opuscolo del Ministero della Salute dove trovate informazioni varie su diversi argomenti -> Quando nasce un bambino

Le competenze del neonato, il bagnetto e la pulizia del moncone sono argomenti che tratteremo ancora nel prossimo incontro.
Per oggi è tutto.



Cosa si mangia oggi?? - Alimentazione in gravidanza


pancia
Argomento, anche questo, trattato in lungo e in largo nel 99% dei libri, siti e blog che parlano di gravidanza, ciascuno dei quali fornisce le proprie indicazioni e opinioni, alle volte persino contrastanti tra loro, col rischio di creare un po' di confusione. 

Quando ho scoperto di essere incinta ho trovato interessante il cercare di documentarmi il più possibile in merito, collezionando così una gran quantità di informazioni, più o meno utili e valide, che vi riassumerò in questo post. Ovviamente si tratta di "indicazioni" che ho raccolto nei mesi passati leggendo qua e là e vanno prese come tali. Le riporto perché penso che potrebbero essere interessanti, ma onestamente non posso proprio dire di averle seguite sempre tutte.


In generale, comunque, ricordate che non è mai bene effettuare bruschi e drastici cambiamenti alimentari, specialmente in gravidanza. Perciò evitate di iniziare proprio in questo periodo una dieta ferrea e rigorosa, provvedendo piuttosto ad apportare alcune rettifiche al vostro modo di mangiare abituale, cercando di renderlo il più possibile vario e completo, ricordando che in questi nove mesi non è necessario "mangiare per due".


*  Fondamentale: bere molto anche se non si ha tanta sete, preferendo acqua oligominerale con un residuo fisso che non superi i 500 mg/L. E' possibile aumentare l'apporto idrico anche con il consumo di altre bevande, come succhi di frutta (possibilmente naturali al 100%), infusi e tè verde o nero. Di quest'ultimo è bene non assumerne più di due tazze al giorno a causa del contenuto in caffeina e dell'effetto astringente dei tannini (potrebbero peggiorare il problema della stitichezza);

* Evitare il consumo di alcolici e superalcolici. Ovviamente bere un bicchiere di vino a pasto una tantum non sarà mortale, ma cerchiamo, per quanto possibile, di limitarne l'assunzione in questi mesi;

* Bere non più di un caffè al giorno. Preferire eventualmente surrogati tipo caffè d'orzo;

* Evitare di consumare carni crude o poco cotte, ma anche pesce e uova crude, salumi e insaccati o formaggi non pastorizzati. Galline e bovini sono, infatti, potenziali portatori di toxoplasmosi mentre uova e pesce sono a rischio di altre contaminazioni, altrettanto pericolose. Se non potete proprio rinunciare agli insaccati, il consiglio è quello di ricorrere al loro congelamento a -18/-20°C prima di mangiarli;

* Preferire, in ogni caso, il consumo di uova provenienti da allevamenti in cui la deposizione non venga ottenuta forzatamente con trattamenti farmacologici;

* Come dolcificante, quando possibile, sostituire il miele allo zucchero, sia bianco che bruno;

* Dare la preferenza, a colazione, al latte parzialmente scremato e allo yogurt magro;

* Limitare l'apporto calorico legato al consumo di dolci, prediligendo quelli che sfruttano il sapore naturalmente dolce della frutta. Concedersi qualche improvviso peccato di gola non è un dramma a patto di farlo nei giusti limiti;

* Aumentare la quantità di frutta e verdura nella dieta, sia cotta che cruda, preferendo le verdure fresche a quelle già confezionate (meglio se di provenienza biologica). Lavarle sempre bene con acqua corrente prima di consumarle, specialmente crude;

* Limitare il consumo di sale. Preferire l'utilizzo di sale marino integrale, che è più saporito e ne basta molto meno come condimento;

* Mangiare pane integrale a lievitazione naturale, che contiene cariche enzimatiche importanti come elementi nutritivi e di attivazione della flora batterica intestinale;

* Impiegare grassi di origine vegetale come condimento, come l'olio extra vergine di oliva di prima spremitura a freddo;

* In generale, evitare i cibi fritti o pesanti. Mangiare poco e spesso per prevenire nausee e difficoltà di digestione;

* Per le nausee potrebbe rivelarsi utile mangiare qualcosa di secco, come le fette biscottate o grissini, ma alcune donne hanno trovato un certo beneficio anche nel consumare dello zenzero, sia masticandolo fresco (candito è più buono ma attenzione agli zuccheri!), sia essiccato in taglio tisana. Il sapore è particolare e può non piacere a tutte, ma sembrerebbe piuttosto efficace.

In ogni caso, in ogni momento, ricordatevi che la gravidanza NON E' UNA MALATTIA, ma che E' SICURAMENTE IL MOMENTO IDEALE PER INIZIARE A PRENDERCI CURA DI NOI STESSE, se ancora non lo abbiamo fatto.

Per pura curiosità vi posto l'articolo di un giornale che ho letto tempo fa, riguardante il consumo di cioccolato in gravidanza. Certamente ognuno ha le proprie preferenze in fatto di cibo, ma se devo pensare ad una "voglia" che mi ha accompagnata durante tutti questi mesi è proprio quella di dolci.. di CioCcCoLaTo ;-)
cioccolato

Vi lascio anche il link ad un libretto del Ministero della Salute dove si parla proprio di alimentazione in gravidanza e per i bambini.

LUISA :***
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Corso pre-parto: quinto incontro - prima giornata con i papà -

Esattamente! :-)
Primo incontro con i papà che, a dispetto di quanto pensavo inizialmente, si sono presentati numerosi e particolarmente collaborativi. Siamo stati divisi in due gruppi: future mamme e futuri papà. A noi mamme è stato chiesto cosa ci aspettiamo o cosa desidereremmo dai nostri uomini durante il parto.. sostanzialmente partecipazione, pazienza e completa sottomissione alle nostre volontà. Un'inezia! ;-)
A loro, invece, è stato chiesto di fare un elenco dei dubbi e delle domande che avrebbero voluto porre durante la mattinata.

 Per renderli vagamente più "consapevoli" di quello che accade al corpo delle loro donnine, di cui loro osservano semplicemente il crescere in dimensioni del pancione e in quantità delle lamentele, è stata consegnata ad ogni papà una scheda con l'immagine di un feto nel grembo materno ed è stato loro chiesto di associare varie parti del corpo femminile alla parte corrispondente nell'immagine. Io ve la riporto qui sotto nella versione originale, senza scritte, così potete (sadicamente) riproporre l'esercizio ai vostri uomini a casa (e farvi due risate). La seconda scheda, invece, è quella con le risposte.
Devo dire che il mio Littel è stato bravissimo in questo "gioco" e non mi ha lasciato nemmeno la soddisfazione di prenderlo un po' in giro.. deve essersi preparato, a mia insaputa, prima dell'incontro... ;-))



Tra le domande più "gettonate" dai futuri papà c'era il come capire quando è il momento giusto per andare in ospedale.
Riprendendo un po' il discorso dell'incontro precedente, l'ostetrica ha spiegato che il momento giusto per andare in ospedale può variare molto da donna a donna, ma che in generale questa si accorge benissimo di quando quel momento è arrivato. Il papà deve tenersi pronto.
Per la maggior parte delle donne alla prima gravidanza (sempre che non vi siano condizioni particolari o che insorgano imprevisti), il travaglio dura in media 6/8 ore perciò, alla comparsa delle prime contrazioni, più irregolari, dei prodromi, sarebbe meglio attendere un po' prima di recarsi all'ospedale e verificare che queste si regolarizzino, annunciando il sopraggiungere del parto. Alle volte infatti capita che negli ultimi mesi di gravidanza si percepiscano delle contrazioni più sporadiche, che non sono necessariamente collegate al sopraggiungere del travaglio e che scompaiono da sole, magari con una doccia calda.

E' il caso di recarsi in ospedale anche qualora si verificasse la rottura del sacco amniotico, che solitamente si rompe durante la fase di dilatazione del collo dell'utero, nel travaglio. Può capitare che questo si rompa anticipatamente lasciando fuoriuscire il liquido amniotico. La sensazione che si avverte è quella di un liquido caldo che scende dalla vagina, più o meno copioso, di odore dolciastro e colorazione che varia dal giallino al rosato. Qualora la colorazione del liquido amniotico fosse più tendente al verde ciò potrebbe significare che il bambino ha espulso le proprie feci, il meconio, all'interno del sacco. Questo potrebbe, in alcuni casi, essere dovuto ad un condizione di sofferenza fetale, perciò sarebbe comunque opportuno recarsi in ospedale con una certa rapidità.

Oltre ai casi sopra citati è bene recarsi in ospedale anche quando capita di non percepire movimenti fetali per alcune ore di seguito. Provate a distendervi e a mangiare qualcosa di dolce, se questo non fosse sufficiente a farvi sentire che il vostro bambino si muove e sta bene allora è proprio il caso di fare un controllo!

Un'altro dubbio, non meno importante, dei nostri amati futuri papà è stato quello relativo al come potersi rendere utile, al momento del bisogno, in sala parto.
Alcune mamme hanno risposto con un semplice "eseguire gli ordini"! E in parte non è del tutto sbagliato.
Ogni donna ha le proprie esigenze durante il parto e l'uomo deve cercare di essere comprensivo e collaborativo al massimo. Alcune non amano la compagnia e preferiscono essere lasciate da sole mentre altre necessitano della presenza fisica e morale del loro uomo, durante tutte le fasi del parto.
Non capita raramente, ha spiegato l'ostetrica, che proprio quelle donne che si sono lungamente preparate durante la gravidanza ad affrontare il travaglio in acqua o a farsi fare massaggi dai loro compagni, in quel momento scoprano di non volerne sapere e di avere esigenze totalmente differenti. Non esiste una regola ugualmente valida per tutte!

In generale però ci ha parlato dei benefici che si possono trarre dal trascorrere alcune ore del travaglio in acqua, la quale genera un effetto analgesico naturale e accorcia, nella maggior parte dei casi, il tempo del travaglio stesso. -> Vedi schede 2 e 4 aprendo il "Continua a leggere" a fine post

Ci ha spiegato che l'uomo può essere anche di grande aiuto durante la fase del travaglio nell'incoraggiare la donna e sostenerla nel cambiare spesso posizione (qualora ciò fosse possibile), favorendo così la dilatazione del collo dell'utero e contribuendo all'allargarsi delle ossa del piccolo bacino per avviarla alla fase espulsiva.
-> Vedi scheda 3 aprendo il "Continua a leggere" a fine post

Quando il travaglio va per le lunghe, è altrettanto importante che il futuro papà ricordi costantemente alla propria compagna, che in quelle ore è indubbiamente presa da altro, di mangiare qualcosa e sorseggiare lentamente dell'acqua.

Insomma, il ruolo dei nostri adorati maschietti, qualora essi possano e desiderino partecipare alla nascita dei loro piccoli, non è proprio da sottovalutare!
Sempre che reggano all'emozione! ;-))


Il massaggio perineale

Per intenderci: il Perineo è quell'insieme di formazioni muscolari, ricoperte da cute che, sia nell'uomo che nella donna, si dispongono a richiudere inferiormente il piccolo bacino. E' costituito da un triangolo anteriore (o urogenitale), il perineo anteriore, caratterizzato dalla presenza dei genitali esterni e attraversato nel maschio dall'uretra e nella femmina dall'uretra e dalla vagina, e un triangolo posteriore (o anale), il perineo posteriore, nel quale è situato l'orifizio anale. 


Il generale il massaggio perineale è ritenuto utile per la preparazione al momento del parto, per cercare di dare alla luce i propri figli evitando lacerazioni di questa specifica muscolatura o di necessitare di episiotomia (incisione chirurgica del perineo). Non esiste comunque alcuna garanzia di efficacia, ma chi assiste le donne durante il parto ne parla con molta positività perciò, così come ci prendiamo cura della nostra pelle prevenendola dalla formazione delle smagliature, vale la pena di provare. Secondo alcuni pareri andrebbe iniziato già a partire dal 4/5 mese di gravidanza, mentre per altri è sufficiente iniziare a partire dalle ultime settimane di gestazione. Massaggiare regolarmente la muscolatura perineale può aiutare a rendere i tessuti più flessibili ed elastici stimolandone la circolazione. 
Il massaggio va effettuato tutti i giorni, per alcuni minuti. La spiegazione dettagliata su come effettuare il massaggio la trovate nelle schede che ho pubblicato in questo post -> Corso Pre-parto: primo incontro


In ogni caso è bene fare attenzione a cosa si utilizza per questo tipo di massaggio: alcuni preparati come l'Olio per il Massaggio Perineale della Weleda (che ho comprato già da un po') sono un'associazione di diversi oli il cui utilizzo è sconsigliato prima della 34° settimana di gravidanza perché potrebbe provocare delle contrazioni uterine indesiderate. 

Ingredienti: Prunus Amygdalus Dulcis (Sweet Almond) Oil, Triticum Vulgare (Wheat) Germ Oil, Fragrance (Parfum)*, Limonene*,Linalool*, Citronellol*, Geraniol*, Eugenol*.
*from natural essential oils
Gli oli essenziali di rosa di Damasco e di salvia sclarea non sono dichiarati singolarmente ma compresi nella voce “Fragrance (Parfum)”.

Perciò prima della 34° settimana sarebbe più opportuno utilizzare semplicemente un buon olio di germe di grano per effettuare il massaggio.

Personalmente ho iniziato ad effettuarlo con del semplice olio di mandorla, se pur con una certa irregolarità, già da qualche mese, associato a degli esercizi fisici specifici per la muscolatura perineale. Cercherò comunque di essere più assidua nelle prossime settimane.. ;-)))
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Corso pre-parto: quarto incontro - i tre trimestri di gestazione correlati al travaglio/parto -


Anche se oggi la giornata è tutta un cinguettio e annuncia prepotentemente l'imminente sopraggiungere della primavera, la settimana scorsa qui ha nevicato e non ho potuto partecipare al terzo incontro del corso, che era interamente dedicato all'allattamento. Tuttavia questa mattina sono riuscita a recuperare le schede che sono state date e le pubblicherò a breve, in un post dedicato.

Oggi invece ci hanno parlato di come i tre trimestri di gravidanza possano essere intimamente correlati alle tre fasi del parto: fase latente (prodromi), fase dilatante o travaglio ed espulsione.
-> Vedi schede 1 e 2 aprendo il "Continua a leggere" a fine post
Ovviamente il tutto è stato affrontato in modo generico, senza entrare nel merito dello specifico caso, perché ogni parto ed ogni esperienza sono diversi tra loro.

Durante il primo trimestre di gravidanza, così come avviene durante i prodromi, il nostro corpo e la nostra psiche vivono una fase di adattamento alle nuove condizioni che stiamo vivendo.
I PRODROMI  (che io non avevo mai nemmeno sentito nominare) sono una fase di contrazioni irregolari in cui si può manifestare uno stato di stanchezza e/o nausea. Si avvertono a distanza di circa 30-15 minuti e durano all'incirca un minuto ognuna. Durante questa fase il collo dell'utero si appiana ed inizia a dilatarsi fino a 2-3 cm. A volte, durante gli ultimi mesi di gestazione, si possono avvertire contrazioni frequenti, più o meno dolorose, che non coincidono necessariamente con l'inizio del parto. Una doccia calda dovrebbe essere sufficiente, nella maggior parte dei casi, ad alleviarle. Se così non fosse e le contrazioni si dovessero manifestare ritmicamente allora è il caso di raggiungere l'ospedale. ;-) 
Si è parlato anche del tappo di muco che normalmente si forma all'interno dell'utero: ha scopi protettivi e può avere una consistenza e colorazione (solitamente giallastra, ma potrebbe anche essere vagamente striato di sangue) diversa da donna a donna ed essere più o meno solido. Si "perde", anche qui, più o meno consapevolmente, quando si hanno delle modifiche nella conformazione del collo dell'utero, segno che il momento del parto non dovrebbe essere troppo lontano (ma non necessariamente imminente, alcune lo perdono anche un mese prima del parto).

Il secondo trimestre è quello in cui generalmente la mamma vive un senso di benessere fisico, legato alla scomparsa di tutti quei sintomi, come nausee e dolori, tipici dei primi mesi di gravidanza. Personalmente posso solo dire che per me sono stati i mesi più difficili, i più brutti, ma sono anche quelli in cui si inizia a percepire i primi movimenti e in cui tutto sembra prendere consistenza e forma.
Questa seconda fase di "simbiosi", in cui si hanno più energie ed un maggior equilibrio psico-fisico, coinciderebbe con il momento del travaglio vero e proprio. Il travaglio è caratterizzato da contrazioni regolari della stessa intensità che si avvertono a distanza di circa 5 minuti l'una dall'altra ed hanno una durata media di 1 minuto. In questa fase il collo dell'utero appianato si dilata dai 4 fino a circa 10 cm. Durante il travaglio, quando le contrazioni si fanno più regolari e l'utero ha raggiunto una giusta dilatazione, per le donne che l'hanno richiesta, è possibile ricevere l'epidurale (ribadendo il concetto che ogni parto è a sé stante, questo vale ovviamente per quei casi in cui l'epidurale non sia strettamente necessaria). 
A questo punto ci hanno anche parlato dei cosiddetti "strumenti di analgesia naturale". Durante le contrazioni, infatti, il nostro corpo secerne e attiva alcuni ormoni come l'ossitocina, la prolattina e le endorfine, che hanno anche uno scopo analgesico,per gestire le sensazione del dolore. Una forma di "allenamento" pre-parto alla stimolazione di tali ormoni può essere fatta imparando a non irrigidirsi ulteriormente al sopraggiungere dello stimolo doloroso della contrazione e tentando di rilassare la muscolatura del corpo, mediante tecniche respiratorie e di visualizzazione.
A volte anche l'immersione in acqua durante il travaglio, l'ascolto di musica rilassante o semplicemente avere al proprio fianco qualcuno che sappia sostenervi nel modo che per voi è il migliore sono utili strumenti per cercare di non irrigidirsi e affrontare nel modo migliore il passaggio al momento del parto.
-> Vedi schede 3 e 4 aprendo il "Continua a leggere" a fine post

In sostanza cercare di rilassarsi e lasciarsi andare alla contrazione. 
Ne farò il mio motto, con tanta buona volontà! ;-))
E qui concludo (con tanti dubbi e un filino di paura) dicendo.... starem a vedere!!! ;-))

La terza fase, quella del collegamento del terzo trimestre di gravidanza con il momento del parto vero e proprio la tratteranno la settimana prossima, nell'incontro con i papà. Tanto per non spaventarli troppo! ahahah ;-)

Le schede che trovate qui sotto, aprendo il "Continua a leggere", sono quelle che ci sono state date oggi e raccontano più nel dettaglio quello di cui ci hanno parlato per due ore questa mattina e che io ho cercato di riassumervi.. brevemente.. se così si può dire.. ;-) Se le aprite cliccandoci sopra dovrebbero essere più grandi, in modo da essere lette decentemente. Spero si riescano a leggere.
Per la cronaca, le ho volutamente inserite dopo un intervallo non per incasinarvi la vita, ma perché sono molto ingombranti. ;-)



Articolo di Mamma Piky: Principi base di tutela della maternità

Articolo di Mamma Piky su www.babybazar.com -> Principi base di tutela della maternità.

Utilissimo per capire come gestire il rapporto col proprio lavoro, una volta scoperto di essere in dolce attesa. Spesso alcune informazioni non giungono a noi complete o corrette, perciò ci tenevo a linkarlo in qualche modo e spero che a lei non dispiaccia!


Lista: Cosa serve al neonato?


vestitini
Nel corso di questi sette mesi ho preso nota di diverse cose che si dice possano servire al nuovo nato, alcune mi sono state consigliate recentemente al corso pre-parto, mentre di altre sono venuta a conoscenza ai corsi della Prenatal.
Non sono certa che siano davvero tutte cose essenziali al piccolo, molte non le ho ancora acquistate oppure sto meditando se farlo o meno, è da valutare individualmente.
Inoltre devo dire che con i miei lauti 100€ di maternità mensili non avrei nemmeno la possibilità di acquistare tutto ex novo per il pupo e la maggior parte di quello che ho mi è stato regalato da parenti o prestato da amici. A partire dai mobili della cameretta, i vestitini, la carrozzina.. persino i pantaloni premaman mi sono stati prestati. Non me ne vergogno. Visto il periodo di magra, sono lieta di poter risparmiare qualcosina per quando il ranocchietto sarà nato e poi darò via, a mia volta, tutto quello che non ci servirà più o che non ci starà più.
Negli anni in cui sono nata io, forse perchè l'economia non era ancora agli attuali minimi storici, non era molto "di moda" prestarsi le cose da neonato tra mamme, mia zia aveva di tutto e di più e si sarebbe immensamente offesa se qualcuno le avesse prestato le cose per il suo primogenito. Per mia fortuna (e per quella di pupo) ci ha lasciato "in eredità" una vagonata di body, calzini, tutine e cianfrusaglie da neonato varie che abbiamo riesumato con estremo piacere.

Vestiario (da considerare tutto minimo X3):
- Berrettino.
- Calzini primi giorni con punta e tallone di cotone per prevenire irritazioni.
- Body a manica lunga per i primi giorni, meglio se acquistati di due taglie diverse, perché non si sa mai quanto possa essere grande il piccolo alla nascita.
- Tutine (sempre di due misure diverse).
- Una tutina senza collo da utilizzare più volte come pigiamino in modo che senta i proprio odore e lo associ al momento della nanna.
- Calzine in cotone felpato da mettere sopra la tutina ?.
- Gilet o cappottino per quando si esce (a seconda della stagione).
- Bavaglini in spugna per l'allattamento.
- Asciugamanini o accappatoio.
- Una copertina da tenere mentre si allatta in modo che prenda l'odore della mamma e da mettere nel lettino/culla durante la nanna.

La cameretta (la stanza del piccolo dovrebbe avere una temperatura di 18-20°C e circa un 50% di umidità):
- Culla o lettino più riduttore. Dopo essere rimasti per molti mesi in uno spazio piuttosto stretto come l'utero materno gli spazi improvvisamente molto ampi del lettino potrebbero spaventare il bambino o indurlo a spostarsi nel letto alla ricerca del contatto con i bordi.
- Materasso, salva materasso, coperta, lenzuola e paracolpi per culla/lettino.
- Cuscino anti soffoco. Meglio comunque non usarlo i primi mesi di vita per permettere alla schiena di stare dritta.
- Umidificatore in caso di ambienti molto secchi.
- Baby monitor. Potrebbe servire se avete una casa piuttosto grande per controllare che il piccolo non si svegli mentre magari voi siete intente a fare qualche lavoro.

Fuori casa:
- Carrozzina/navetta per uscire a passeggio e viaggiare in macchina. Da preferire all'ovetto per i primi mesi di vita perché consente alla schiena del piccolo di stare dritta.
- Materasso, salva materasso, coperta e lenzuola per la carrozzina.
- Ovetto. Per tragitti in auto di breve durata nei primi mesi (massimo 30 minuti) e in seguito fino al massimo di chili consentito. Solitamente lo si può utilizzare fino al nono mese, ma dipende molto dalla grandezza del bambino.
- Fascia elastica o ad anelli per i primi mesi. L'ostetrica che segue il corso pre-parto dice che è un sistema di trasporto decisamente preferibile nei primi giorni di vita sia se paragonato all'ovetto che al marsupio (non per il trasporto in auto). Una mia amica mi ha consigliato, dopo il sesto mese, quando il peso del bambino inizia a farsi più consistente, di passare ad un supporto più strutturato e resistente, come il mei tai.
- Borsa o zaino con l'occorrente per il cambio.

Il cambio/bagnetto:
- Pannolini 2-5 kg.
- Crema per il cambio. Possibilmente priva di profumo e il più naturale possibile.
- Detergente per neonati, per l'igiene quotidiana nel cambio del pannolino.
- Salviettine igieniche. Controllare sempre che non contengano alcool tra gli ingredienti. In ogni caso è meglio utilizzarle solo fuori casa, quando non si può proprio lavare il piccolo con l'acqua.
- Fasciatoio.
- Vaschetta con eventuale riduttore.
- Termometro per la temperatura dell'acqua.
- Amido di riso per il bagnetto.
- Olio o crema idratante naturale per il massaggio dopo il bagnetto. Per idratare la pelle del pupo e ammorbidire la crosta lattea.
- Bende ombelicali e acqua sterile per la pulizia dell'ombelico.
- Spazzola morbida.
- Forbicine con la punta arrotondata.
- Spugna naturale.
- Termometro pediatrico.
- Aspiratore nasale o soluzione fisiologica per il nasino (si trova in fialette monouso o in spray).
- Bilancia elettronica pesa bambino. In realtà non è assolutamente necessaria, perché nelle prime settimane dovrete comunque presentarvi in azienda sanitaria a pesarlo. Io onestamente l'ho comprata di seconda mano, nella mia città, su Subito.it. E' abbastanza facile trovarne di praticamente nuove perché non è uno strumento che si utilizza ogni giorno e si smette di farne uso abbastanza rapidamente. 

Per la pappa:
- Sterilizzatore. Ne esistono di molteplici tipologie: a caldo (mediante la formazione di vapore), per microonde (con formazione di vapore acqueo all'interno di un contenitore appositamente creato per il microonde) o a freddo (con l'utilizzo di sostanze disinfettanti in cui mettere in "ammollo" i biberon).
- Scalda biberon.
- Tiralatte. Vi si ricorre sia in caso di problemi come ingorghi mammari, sia per avere della riserve di latte materno da dare al bambino in caso si debba necessariamente uscire di casa, per non ricorrere al latte artificiale. Il latte materno, se appositamente conservato, può durare 3 giorni in frigo e fino a 3 mesi in congelatore. Di tiralatte ne esistono di vario tipo, elettrici o manuali a doppia fase, per simulare la poppata del neonato. I prezzi variano molto di modello in modello, anche a seconda della marca ed è anche possibile noleggiarli alla Prenatal, lasciando una caparra in negozio e pagando una certa cifra al giorno.
- Contenitori per il latte.
- Biberon e tettarelle. In vetro o materiale plastico privo di bisfenolo. 

Stessa cosa anche qui: la lista potrebbe subire modifiche e/o aggiunte, ogni consiglio/segnalazione è ben accetto.

Questo post sostiene l’evento #BancoInfanzia, promosso da Mission Bambini, che si svolgerà il 18 e 19 aprile in 130 negozi Prénatal per aiutare i bambini in difficoltà in Italia. Per partecipare alla raccolta di prodotti per il cambio, la pappa e la nanna:  www.missionbambini.org/banco-per-l-infanzia
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